ANNA
oggi sono 20 anni che te ne sei andata. come un battito d'ali veloce, come un respiro lieve, te ne sei andata per sempre, hai smesso di respirare in quell'attimo che ha cambiato per sempre la mia esistenza.
non ne parlo praticamente mai, al massimo con quelli che sono diventati miei fratelli di vita, altri genitori che come me hanno perso i loro piccoli per la terribile SIDS, un'acronimo che nasconde l'orrore di una solitudine infinita, e poche volte nelle date che, inesorabili, scandiscono la mia vita, che hanno davvero segato in due la mia esistenza, in un "prima" allegro, spensierato, ed un "dopo", atroce e terribile.
oggi mi chiedo cosa rimane nell'animo di una madre che non è riuscita a adempiere al suo compito di proteggere quel piccolo esserino che le era stato affidato? perché si può dire qualsiasi cosa, che è un caso, un evento statistico, una terribile fatalità, ma la sensazione che rimane dentro è l'orrore per l'incapacità di difendere la vita di un piccolo di pochi mesi.
l'amarezza, la rabbia, l'incredulità sono gli stessi di allora, a vent'anni da quella data. poi, certo, me ne sono fatta una ragione, sono sopravvissuta, ho vissuto, ho sofferto per il dolore altrui, ho riso, ho gioito, ho avuto altri gravi lutti, ho fatto una figlia meravigliosa che mi ha ripagato di molto di ciò che ho perso, ho allevato le mie figlie con amore, e sono apparentemente passata oltre.
in realtà quell'orrore rimane dentro, inciso nel cuore, pronto a sgorgare sangue ad ogni minima occasione, ad ogni piccolo ricordo, ad ogni foto di un neonato a pancia in giù, per esempio, ad ogni dolore che si ripresenta, uguale, a chiedere il conto mai pagato di un'esistenza a metà.
quello che ho perso, da quel giorno, è la spensieratezza. malgrado avessi già perso mia madre, io "quel" giorno sono morta dentro.
quello che viene a mancare è quello che eri prima, la nostalgia che provi è per la vita che è stata tolta non solo alla tua bellissima bimba, ma a te stessa, quella sensazione di incompletezza che ogni giorno ti accompagna e che sai ti accompagnerà sempre e per sempre. poi, gli anniversari "tondi", sono ancora più deleteri, non si sa bene perché, in fin dei conti è solo un giorno in più.
20 anni fa era un bel sabato, c'era il sole, la luce, i fiori. la vita mi sorrideva, avevo due splendide bimbe che sarebbero cresciute insieme, che avrebbero colorato la mia vita, una casa nuova da inaugurare a brevissimo, una vita davanti. e in un solo istante, tutto questo è finito per sempre. è brutto da dire, ma questa sensazione ma è così, il resto è sopravvivenza, e questa cosa la può capire solo chi perde un figlio, perché davvero perdere un figlio è perdere il futuro, e perderlo senza speranza.
cosa resta oggi, dopo 20 anni di dolore, di sofferenza, di vita cambiata? sicuramente la sensazione di essere un superstite. il dolore che ho provato, che provo, mi ha fortificato, mi ha reso empatica verso le sofferenze altrui. in una giostra senza fine il mio dolore rincorre quello degli altri,si rinnova, si acuisce, e, mi auguro, a volte, lenisce quello altrui. ma non mi sento migliorata, anzi. la rabbia che continuo a provare nei confronti della vita forse mi ha incattivita, non lo saprò mai. perché non saprò mai cosa sarebbe stato crescerti, piccola stellina mia.
il fatto di non credere all'aldilà, forse, acuisce tutto questo. chi ha una fede, magari, può sperare nell'incontro in un'altra vita. io no, so che tutto è già stato, ed il rimpianto per quello che non è mai potuto essere, è atroce.
"È uno strano dolore... Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai"
Alessandro Baricco
http://www.sidsitalia.it/hai-perso-il-tuo-bambino/testimonianze-dei-genitori/anna/
oggi sono 20 anni che te ne sei andata. come un battito d'ali veloce, come un respiro lieve, te ne sei andata per sempre, hai smesso di respirare in quell'attimo che ha cambiato per sempre la mia esistenza.
non ne parlo praticamente mai, al massimo con quelli che sono diventati miei fratelli di vita, altri genitori che come me hanno perso i loro piccoli per la terribile SIDS, un'acronimo che nasconde l'orrore di una solitudine infinita, e poche volte nelle date che, inesorabili, scandiscono la mia vita, che hanno davvero segato in due la mia esistenza, in un "prima" allegro, spensierato, ed un "dopo", atroce e terribile.
oggi mi chiedo cosa rimane nell'animo di una madre che non è riuscita a adempiere al suo compito di proteggere quel piccolo esserino che le era stato affidato? perché si può dire qualsiasi cosa, che è un caso, un evento statistico, una terribile fatalità, ma la sensazione che rimane dentro è l'orrore per l'incapacità di difendere la vita di un piccolo di pochi mesi.
l'amarezza, la rabbia, l'incredulità sono gli stessi di allora, a vent'anni da quella data. poi, certo, me ne sono fatta una ragione, sono sopravvissuta, ho vissuto, ho sofferto per il dolore altrui, ho riso, ho gioito, ho avuto altri gravi lutti, ho fatto una figlia meravigliosa che mi ha ripagato di molto di ciò che ho perso, ho allevato le mie figlie con amore, e sono apparentemente passata oltre.
in realtà quell'orrore rimane dentro, inciso nel cuore, pronto a sgorgare sangue ad ogni minima occasione, ad ogni piccolo ricordo, ad ogni foto di un neonato a pancia in giù, per esempio, ad ogni dolore che si ripresenta, uguale, a chiedere il conto mai pagato di un'esistenza a metà.
quello che ho perso, da quel giorno, è la spensieratezza. malgrado avessi già perso mia madre, io "quel" giorno sono morta dentro.
quello che viene a mancare è quello che eri prima, la nostalgia che provi è per la vita che è stata tolta non solo alla tua bellissima bimba, ma a te stessa, quella sensazione di incompletezza che ogni giorno ti accompagna e che sai ti accompagnerà sempre e per sempre. poi, gli anniversari "tondi", sono ancora più deleteri, non si sa bene perché, in fin dei conti è solo un giorno in più.
20 anni fa era un bel sabato, c'era il sole, la luce, i fiori. la vita mi sorrideva, avevo due splendide bimbe che sarebbero cresciute insieme, che avrebbero colorato la mia vita, una casa nuova da inaugurare a brevissimo, una vita davanti. e in un solo istante, tutto questo è finito per sempre. è brutto da dire, ma questa sensazione ma è così, il resto è sopravvivenza, e questa cosa la può capire solo chi perde un figlio, perché davvero perdere un figlio è perdere il futuro, e perderlo senza speranza.
cosa resta oggi, dopo 20 anni di dolore, di sofferenza, di vita cambiata? sicuramente la sensazione di essere un superstite. il dolore che ho provato, che provo, mi ha fortificato, mi ha reso empatica verso le sofferenze altrui. in una giostra senza fine il mio dolore rincorre quello degli altri,si rinnova, si acuisce, e, mi auguro, a volte, lenisce quello altrui. ma non mi sento migliorata, anzi. la rabbia che continuo a provare nei confronti della vita forse mi ha incattivita, non lo saprò mai. perché non saprò mai cosa sarebbe stato crescerti, piccola stellina mia.
il fatto di non credere all'aldilà, forse, acuisce tutto questo. chi ha una fede, magari, può sperare nell'incontro in un'altra vita. io no, so che tutto è già stato, ed il rimpianto per quello che non è mai potuto essere, è atroce.
"È uno strano dolore... Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai"
Alessandro Baricco
http://www.sidsitalia.it/hai-perso-il-tuo-bambino/testimonianze-dei-genitori/anna/
Tua figlia vive... parole semplicistiche che ti avranno detto mille volte e che servono davvero a poco... anche dirti che sei bellissima persona risolve poco e allevia ancor meno, ma quello che succede nella vita, ogni giorno, ci modella e ci spinge ad un diverso tipo di esistenza, nella testimonianza e nella memoria. E tu sei semplicemente di esempio. ;)
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