Vado da un parrucchiere cinese.
Non mi vergogno a dirlo, anche se moltissimi storcono il naso all’idea, e quando lo racconto in giro spesso mi dicono che diventerò calva.
Io ci vado da un paio di anni, dopo essere scappata da diversi saloni più o meno rinomati, dove, malgrado io sia una che prenoti volta x volta, ero comunque costretta ad attese estenuanti, ed ore di torture. Qui a qualsiasi ora io arrivi, senza prenotazione, vengo sempre immediatamente servita, da personale sempre gentilissimo ed allegro. Spesso ci vado di lunedì, (una gran soddisfazione) ed in un’ora e mezza sono anche già fuori... un sogno.
La vera bellezza di questa cosa è che i dipendenti sono di diverse nazionalità: italiani, rumeni, moldavi, cinesi, oltre al titolare e sua moglie. I clienti sono di tutte le etnie, afroamericani, nordafricani, ovviamente cinesi, moldavi, rumeni, ma soprattutto italiani, e molte signore di una certa età, tutti allegramente accolti da un democraticissimo” tu”, dato indistintamente al bambino ed alla vecchietta, al bianco ed al nero, con la stessa allegria e cordialità.
Oggi c’era un dipendente nuovo (per me), apparentemente mediorientale, bocca carnosa, occhi nerissimi, barba e capelli cortissimi neri neri. Era accanto a me, bravissimo, velocissimo, molti aspettavano lui per essere serviti. Per un po’ ho sognato che fosse arabo, musulmano, magari, e quindi che ci trovassimo in una specie di Torre di Babele della messa in piega. Poi l’ho sentito parlare, ed è un ragazzo italianissimo, senza alcun accento particolare. Sicuramente con genitori stranieri. Probabilmente nato in Italia, ma non italiano, anche se con tutto il diritto di sentirsi tale.
E pensavo, mentre guardavo ed ascoltavo quell’incrocio di etnie e lingue, mentre rispondevo alla solita domanda “colole nelo?”, mentre vedevo gente abbracciarsi, baciarsi e farsi auguri di una festa che nei loro paesi di origine non c’è (o meglio non c’era), a quant’è bella la diversità, lo scambio e a quanto ho sentito maggiormente il Natale oggi, in un paio d’ore, che non in tutte le scorse settimane.
Questo dovrebbe essere il vero senso del Natale. Qualcosa che unisce le persone diverse tra loro, non un paio di statuine esibite dal politico sciacallo di turno.
Serenità a voi ed alle vostre famiglie

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